venerdì 18 aprile 2014

I disturbi specifici dell'apprendimento. Conoscerli e riconoscerli

di Sabrina Sorvillo, Psicologa clinica
    
     Le recenti indagini statistiche sulla diffusione del fenomeno dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) nella popolazione italiana evidenzia come circa il 3,5 % dei bambini in età scolare soffre di un DSA: fenomeno di vaste proporzioni ma spesso poco riconosciuto e diagnosticato. 

I riferimenti internazionali (ICD- 10 e DSM-IV) considerano i DSA un gruppo eterogeneo di disordini causati da una disfunzione del sistema nervoso centrale che interferisce col normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo, in una situazione, però, in cui il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo del bambino sono nella norma e non sono presenti deficit sensoriali (visivi, uditivi, deficit neurologici, ritardo mentale). 
I DSA si manifestano con l’inizio della scolarizzazione (tra la prima e la seconda classe) con caratteristiche diverse a seconda dell’età del bambino e delle fasi dell’apprendimento scolastico e la diagnosi risulta difficile, perché possono manifestarsi in concomitanza con altri fattori quali problemi di autoregolazione del comportamento, di percezione sociale e di interazione sociale, disabilità, disturbi d’ansia, depressioni, iperattività, difficoltà relazionali e sociali. 

Quattro sono le forme riconosciute di DSA che possono manifestarsi contemporaneamente o isolatamente: 
  1. Dislessia evolutiva (disturbo specifico della lettura): si manifesta con una lettura scorretta o lenta caratterizzata da distorsioni, sostituzioni ed omissioni e una difficoltà di comprensione del testo scritto, inferiore all’età, al grado di istruzione ed al livello di intelligenza del bambino.
  2. Disgrafia (disturbo specifico della scrittura): si manifesta con una scrittura lenta, faticosa e irregolare, con scarsa capacità di utilizzare lo spazio sul foglio e mantenere la direzione orizzontale dello scritto.
  3. Disortografia (disturbo specifico della scrittura): riguarda la difficoltà nello scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici, collocarli al posto giusto e rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, ecc.).
  4. Discalculia (disturbo specifico del calcolo): riguarda l’incapacità di eseguire operazioni matematiche adeguate (abilità di calcolo, scrittura e lettura del numero) rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta. 
Le difficoltà di un bambino con DSA, spesso, non sono facilmente riconosciute da genitori e insegnanti che si limitano, così, a continui rimproveri, minacce e inviti all’impegno nella speranza che il tempo aggiusti le cose. I bambini, quindi, vengono per lungo tempo, considerati svogliati, pigri, disattenti, disinteressati, disorganizzati, incostanti e così, non sentendosi né compresi né aiutati dal mondo degli adulti, nonostante gli enormi sforzi per ottenere risultati scolastici accettabili, sviluppano sentimenti di frustrazione, vergogna, inadeguatezza ed impotenza, costruendosi una immagine di sé di “bambino incapace ed incompetente”. La percezione negativa di sé e la bassa autostima determinano il manifestarsi di problematiche di varia natura come disturbi somatici (vomito e mal di testa), atteggiamenti di aggressività, rifiuto verso le attività, rabbia, e in età adulta, persino disturbi dell’umore, disturbi d’ansia e disturbi di personalità. 
Con la Legge n. 170 del 8 ottobre 2010 sono state finalmente sancite, in Italia, norme precise per la valutazione, diagnosi e didattica dei DSA con l’obiettivo di diagnosi più precoci, già dalla terza elementare e di contribuire al miglioramento dell’assistenza di tali soggetti. La diagnosi viene fatta da un equipe esperti (Neuropsichiatra Infantile e Psicologo), pubblici o privati, mediante specifici test e l’iter diagnostico non deve superare i 6 mesi. Ottenuta la diagnosi di DSA la scuola deve garantire la formulazione del Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.), un documento redatto in collaborazione con la famiglia, nel quale sono contenute le indicazioni utili per favorire l’apprendimento compresi gli strumenti compensativi (tabelle, formulari, calcolatrice ecc.) e le misure dispensative (dispensa dallo studio mnemonico, dalla ricopiatura di testi ecc.). 
In conclusione, grazie alla normativa sui DSA, presente oggi in Italia, si cerca di offrire a questi bambini il sostegno educativo e didattico più adeguato affinché queste difficoltà non siano da ostacolo al raggiungimento di un adeguato grado di istruzione e di crescita personale, emotiva e relazionale.

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