di Sabrina Sorvillo, Psicologa clinica
Le recenti indagini statistiche
sulla diffusione del fenomeno
dei Disturbi Specifici
dell’Apprendimento (DSA) nella
popolazione italiana evidenzia
come circa il 3,5 % dei bambini
in età scolare soffre di un DSA:
fenomeno di vaste
proporzioni ma spesso poco
riconosciuto e diagnosticato.
I riferimenti internazionali (ICD-
10 e DSM-IV) considerano i DSA
un gruppo eterogeneo
di disordini causati da una
disfunzione del sistema nervoso
centrale che interferisce
col normale processo di
acquisizione della lettura, della
scrittura e del calcolo, in una
situazione, però, in cui il livello scolastico
globale e lo sviluppo intellettivo del bambino
sono nella norma e non sono presenti deficit
sensoriali (visivi, uditivi, deficit neurologici,
ritardo mentale).
I DSA si manifestano con l’inizio della
scolarizzazione (tra la prima e la seconda
classe) con caratteristiche diverse a
seconda dell’età del bambino e delle fasi
dell’apprendimento scolastico e la diagnosi
risulta difficile, perché possono
manifestarsi in concomitanza con altri
fattori quali problemi di autoregolazione
del comportamento, di percezione sociale
e di interazione sociale, disabilità, disturbi
d’ansia, depressioni, iperattività, difficoltà
relazionali e sociali.
Quattro sono le forme riconosciute di DSA che
possono manifestarsi contemporaneamente
o isolatamente:
- Dislessia evolutiva (disturbo specifico della lettura): si manifesta con una lettura scorretta o lenta caratterizzata da distorsioni, sostituzioni ed omissioni e una difficoltà di comprensione del testo scritto, inferiore all’età, al grado di istruzione ed al livello di intelligenza del bambino.
- Disgrafia (disturbo specifico della scrittura): si manifesta con una scrittura lenta, faticosa e irregolare, con scarsa capacità di utilizzare lo spazio sul foglio e mantenere la direzione orizzontale dello scritto.
- Disortografia (disturbo specifico della scrittura): riguarda la difficoltà nello scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici, collocarli al posto giusto e rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, ecc.).
- Discalculia (disturbo specifico del calcolo): riguarda l’incapacità di eseguire operazioni matematiche adeguate (abilità di calcolo, scrittura e lettura del numero) rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.
Le difficoltà di un bambino con
DSA, spesso, non sono facilmente
riconosciute da genitori e insegnanti
che si limitano, così, a continui rimproveri,
minacce e inviti all’impegno nella speranza
che il tempo aggiusti le cose.
I bambini, quindi, vengono per lungo
tempo, considerati svogliati, pigri, disattenti,
disinteressati, disorganizzati, incostanti
e così, non sentendosi né compresi né
aiutati dal mondo degli adulti, nonostante
gli enormi sforzi per ottenere risultati
scolastici accettabili, sviluppano sentimenti
di frustrazione, vergogna, inadeguatezza ed
impotenza, costruendosi una immagine di sé
di “bambino incapace ed incompetente”.
La percezione negativa di sé e la bassa
autostima determinano il manifestarsi di
problematiche di varia natura come disturbi
somatici (vomito e mal di testa), atteggiamenti
di aggressività, rifiuto verso le attività, rabbia,
e in età adulta, persino disturbi dell’umore,
disturbi d’ansia e disturbi di personalità.
Con la Legge n. 170 del 8 ottobre 2010
sono state finalmente sancite, in Italia,
norme precise per la valutazione, diagnosi e
didattica dei DSA con l’obiettivo di diagnosi
più precoci, già dalla terza elementare e di
contribuire al miglioramento dell’assistenza
di tali soggetti.
La diagnosi viene fatta da un
equipe esperti (Neuropsichiatra
Infantile e Psicologo), pubblici
o privati, mediante specifici test
e l’iter diagnostico non deve
superare i 6 mesi. Ottenuta la
diagnosi di DSA la scuola deve
garantire la formulazione del
Piano Didattico Personalizzato
(P.D.P.), un documento redatto
in collaborazione con la famiglia,
nel quale sono contenute le
indicazioni utili per favorire
l’apprendimento compresi
gli strumenti compensativi
(tabelle, formulari, calcolatrice ecc.) e le
misure dispensative (dispensa dallo studio
mnemonico, dalla ricopiatura di testi ecc.).
In conclusione, grazie alla normativa
sui DSA, presente oggi in Italia, si cerca
di offrire a questi bambini il sostegno
educativo e didattico più adeguato affinché
queste difficoltà non siano da ostacolo al
raggiungimento di un adeguato grado di
istruzione e di crescita personale, emotiva e
relazionale.

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