mercoledì 5 marzo 2014

La comunicazione in ambito sanitario

di Erika Maniscalco, dottore in Filosofia e counselor
      La comunicazione è lo strumento tramite cui creiamo, sviluppiamo, estendiamo le nostre relazioni: la capacità di comunicare con gli altri è alla base della capacità di relazionarci a loro. 

La relazione medico-paziente necessita di un approccio multifattoriale, al fine di considerare il paziente con una visione di tipo globale dell’essere umano, applicando un approccio bio-psico-sociale che rispetti la sua complessità. 
La comunicazione medico-paziente, oltre a essere la tecnica più importante utilizzata in medicina a scopi diagnostici e terapeutici, è il presupposto per lo sviluppo di una relazione terapeutica. Comunicare la diagnosi non significa soltanto trasmettere dati e notizie, ma implica una relazione che tenga conto di quanto effettivamente sia stato recepito dal paziente.Tante volte, ciò che i pazienti si aspettano, non è la verità assoluta, ma quel tipo di verità che egli vuole ascoltare che gli permette di mantenere la fiducia necessaria contro la disperazione, contro i sentimenti di rabbia, di abbandono, di impotenza e di angoscia causata dalla malattia che ha il sopravvento. L’aspetto centrale del problema non riguarda dunque se e quanto informare il paziente, ma implica il processo della comunicazione e della relazione nel suo insieme. Molti studi hanno mostrato che se la comunicazione è il frutto di una relazione individualizzata, il risultato che ne consegue è una maggiore soddisfazione del paziente e un migliore adattamento alla malattia. 

La relazione medico-paziente si pone come fattore determinante nel modulare la soddisfazione della persona rispetto alla comunicazione ricevuta. Infatti, quando ad una comunicazione verbale, per esempio, di conforto, si accompagna un atteggiamento preoccupato del medico o dell’infermiere risulta essere ancora più disturbante per il malato, per di più quando la comunicazione non verbale denota un messaggio diverso o antitetico rispetto a quello che è stato formulato verbalmente, si crea una situazione estremamente difficile, per chi la subisce. 

Nella relazione medico-paziente, il problema principale sembra quello di non saper ascoltare il paziente e la sua insoddisfazione nasce proprio dal contenuto dell’informazione, poichè è importante che il medico non dia la sensazione di non ascoltarlo, che non usi un linguaggio troppo tecnico.

Oggi, si riscontra una maggiore necessità di ottimizzare il rapporto medico-paziente puntando, su un percorso di perfezionamento della comunicazione e formando gli operatori della relazione d’aiuto al counseling, ovvero una consulenza all'interno di una relazione di aiuto. Numerose sono le applicazioni del counseling nel settore sanitario; in questo ambito possono esserci situazioni difficili caratterizzate dalla modificazione improvvisa della rappresentazione del futuro, come accade nel caso di comunicazione di diagnosi. Restituire autonomia decisionale al paziente significa anche ridurre a una più ragionevole dimensione la portata delle conseguenze degli interventi comunicativi del professionista: tipico è il caso della comunicazione di cattive notizie.

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