di Giulia Noera, giornalista
Uno degli elementi caratterizzanti
l’evoluzione demografica
del nostro Paese è costituito
dal progressivo ed inarrestabile
processo di invecchiamento
della popolazione. Ma, per fortuna, accanto
a tale processo si sta sviluppando un mutamento
delle rappresentazioni sociali dell’anziano
che porta a ridefinirne l’identità su nuovi paradigmi:
il mantenimento di un ruolo attivo e non sussidiario,
le esigenze di conoscenza, svago e divertimento,
il raggiungimento del benessere fisico e
psichico, le esigenze di motricità, legate allo svolgimento
di attività ricreative e sportive.
Anche se
non è l'immagine tradizionale, la visione di una
persona anziana che nuota, fa ginnastica o una
semplice "corsetta" non è più così rara e si vanno
diffondendo sempre più centri pubblici o privati
che offrono attività motorie per gli anziani.
Nell’ambito sportivo si sono costituite forme attive
di auto-organizzazione, risultato di particolare
interesse che contribuisce a rafforzare l’immagine
di una terza età desiderosa di essere parte viva del
sociale. Si va definendo una nuova etica sociale e
l’anziano è una persona che vuole far emergere la
propria soggettività, avere cura di sé, aumentare
la qualità della loro speranza di vita anche attraverso
l’attività motoria.
E' necessario, perciò, che
vengano approfonditi i termini generali del rapporto
tra movimento ed invecchiamento per
potere meglio valutare i rischi ed i benefici di tale
attività per i soggetti appartenenti alla cosidetta
‘terza età’. La longevità è sicuramente un prodotto
di fattori genetici, ma certamente il movimento
e l'attività fisica sembrano essere determinanti
per vivere meglio e più a lungo.
Ma dove agiscono e quali sono i processi che permettono
una migliore qualità della vita nei soggetti
che praticano una attività fisica?
Il movimento muscolare mette in azione numerosissimi
meccanismi biologici che interagiscono,
attraverso complicati processi chimici, con tutti i
nostri organi ed apparati. Quando eseguiamo
anche un modesto sforzo il cuore accelera i propri
battiti, il sangue scorre più velocemente, la respirazione
si fa più profonda e frequente, la pressione
del sangue sale, vengono consumate alcune
sostanze ed altre ne vengono prodotte.
Tra le sostanze che vengono utilizzate, molta
importanza hanno i grassi che tranquillamente
riposano nei loro depositi o circolano in vene ed
arterie. Se in un soggetto giovane i danni che
questi materiali possono provocare sono modesti,
nei soggetti anziani i grassi si depositano sulle
pareti dei vasi, specialmente nelle arterie, provocando
l'ateroscelosi, molto pericolosa soprattutto
se colpisce il cuore ed il cervello.
Molti studi sostengono l'ipotesi che il lavoro
muscolare di tipo aerobico, cioè di bassa intensità,
eseguito con regolarità protegga dalle malattie
cardiovascolari, specie se associato ad una
dieta appropriata. Anche l'osteoporosi, degenerazione
delle ossa che si verifica sovente nella terza
età con fragilità delle stesse e pericolo di fratture,
migliora in seguito alla attività fisica, in quanto la
pratica di queste attività sportive porta ad un
aumento del contenuto minerale delle ossa ed ad
un favorevole rimodellamento delle loro strutture
interne. Dunque, ben venga lo sport a
tutte le età: l’importante, come tutto,
è farlo con intelligenza.

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