mercoledì 19 febbraio 2014

Educazione alimentare? Ecco i perché.

di  Caterina Tumminello
   Corretta alimentazione, Dieta equilibrata, Regime dietetico sono termini sempre più frequenti su riviste, programmi radiofonici, trasmissioni televisive. Ma perché si dedica così tanta attenzione a tali problematiche? E’sempre corretto e veritiero ciò che viene detto? Che influenza ha tutto ciò sulla nostra vita quotidiana? 

Ormai è certo che una sana alimentazione sia la chiave di prevenzione per tutelare la nostra salute sia che si parli di bambini, di adulti, di gestanti, di anziani. Ed è proprio con i bambini che si deve parlare di sana e corretta alimentazione, perché sono curiosi e dotati, nella maggior parte dei casi di un vivace appetito.


I genitori, però, purtroppo, non sono sempre all’altezza di adempiere il loro compito di educatori a livello nutrizionale, perché spesso e volentieri hanno ben poco da insegnare: è quindi necessaria un’educazione nutrizionale nella scuola primaria, anche perché a quella età non si sono radicate cattive abitudini alimentari e i bambini stessi diventano a loro volta insegnanti nei confronti della famiglia. 

Le modificazioni delle abitudini quotidiane, il progressivo allontanamento dalla dieta mediterranea, la vita sempre più sedentaria, l’aumento degli apporti calorici, l’ignoranza sempre più diffusa nel campo alimentare, hanno determinato l’incidenza di molte patologie croniche: obesità, diabete, cardiopatie, intolleranze e allergie alimentari. Ecco perché il Piano sanitario nazionale ha indicato, tra i vari progetti, la “Promozione di stili di vita salutari, la prevenzione e la comunicazione pubblica sulla salute” per ridurre i fattori di rischio. 

L’educazione alimentare è necessaria in tutti i Paesi: in quelli economicamente più avvantaggiati, spesso, non si acquistano gli alimenti necessari per seguire un regime alimentare corretto ed equilibrato, non si sanno educare i figli nella corretta scelta degli alimenti, nella distribuzione dei pasti, nel giusto apporto dei nutrienti (proteine, zuccheri, grassi, vitamine, sali minerali ed acqua), non si riesce a discernere il prezzo degli alimenti dal loro valore nutritivo; nei Paesi dotati di minori risorse, invece, si dovrebbe divulgare con più attenzione l’educazione alimentare e l’utilizzo adeguato delle poche risorse per combattere le gravi carenze nutritive a cui sono sottoposti soprattutto i più piccoli. 

Sono tante le credenze errate riguardo l’alimentazione: la maggior parte degli studenti salta la prima colazione, si fanno troppi spuntini esageratamente ricchi di grassi di origine animale, si salta del tutto il pranzo per poi fare una cena abbondante. Non si conosce la corretta assunzione della fibra alimentare, si sostituisce il pane con i grissini perché considerati più magri, si esagera con l’assunzione di preparati multivitaminici, si eliminano quasi del tutto gli zuccheri complessi (vedi l’amido presente nel pane, nella pasta) e si dà tanto spazio a quelli semplici di facile assorbimento, e così via potremmo continuare con un lungo ed estenuante elenco. Ecco perché occorre smantellare false credenze e svolgere un’utile opera di educazione alimentare, per poter applicare in prima persona quotidianamente delle opportune scelte alimentari per raggiungere e mantenere un buono stato di salute.

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